
Quando arriva l’ultimo giorno di scuola, come sempre inizia l’eterno dibattito sui compiti per le vacanze. Un preside di un istituto comprensivo milanese ha diramato una circolare con i suoi consigli per gli alunni.
Per questa estate il loro compiti, suggeriti dal dirigente scolastico, saranno divertirsi, stringere amicizie, guardare film, pulire un tratto di spiaggia dai rifiuti, leggere qualche libro, spegnere lo smartphone. “Detti compiti non saranno valutati. Saranno loro a valutare voi”.
Al bando dunque temi ed espressioni e via libera all’ascolto di musica, alla visione di film e alla lettura di libri e fumetti per poi parlarne con gli amici. Gli studenti sono inoltre invitati a tenere un diario e a scrivere ai coetanei, “preferibilmente lettere o e-mail”, ma anche a prendersi cura nel loro piccolo dell’ambiente – “nei casi disperati, cominciate pure da camera vostra” ironizza il dirigente scolastico – e quando possibile a viaggiare.
Non a caso il dirigente scolastico all’inizio della circolare ha citato alcuni articoli della Costituzione italiana, ovvero “i primi tre, che definiscono chi siamo, e il nove, che parla di promozione della cultura e tutela del paesaggio”. I compiti suggeriti dal preside non vanno insomma a eliminare quelli che i singoli docenti hanno avuto facoltà di assegnare a loro discrezione: “Tutti gli insegnanti hanno a cuore i loro studenti e non è assolutamente vero che li opprimano con i compiti – continua Bortolotti – Abbiamo calcolato che ogni giorno un ragazzo delle medie impiega circa un’ora per svolgerli, non di più. Credo fermamente che la scuola salvi delle vite, proprio perché per noi è fondamentale prenderci cura degli studenti con cui lavoriamo”.
Il documento in 7 punti dà ottimi spunti ai ragazzi consigliando di:
- divertirsi e riposarsi
- coltivare nuove amicizie
- viaggiare (se possibile)
- ascoltare musica, guardare film, leggere libri o fumetti e parlare con gli amici
- tenere un diario e scrivere
- pulire una spiaggia, un prato o un bosco (nei casi disperati va bene iniziare anche dalla propria camera!)
- dimenticare il cellulare da qualche parte (o meglio nel cestello del ghiaccio!).
“Non mi aspettavo una simile risposta da parte dei social e non era mia intenzione alimentare l’eterna polemica tra i sostenitori e i detrattori dei compiti estivi – spiega Bortolotti – Il mio voleva semplicemente essere un saluto semiserio, affettuoso e scherzoso ai ragazzi, in cui ho augurato loro di trascorrere l’estate vivendo un’esperienza di libertà e autonomia intelligente, dialogando con i coetanei e prendendosi cura dell’ambiente che li circonda”.