Una multa di 400 euro per essere andato in libreria a Reggio Emilia, senza nessuno “sconto” per il fatto che l’insegnante di musica Gian Maria Cordiviola avesse bisogno dei libri per lavorare e nel suo Comune di residenza, a poca distanza dal capoluogo, non ci fosse nessuna libreria.
L’ammenda è stata fatta il 30 aprile alle 10.30 in piazza Prampolini, a Reggio, perché l’agente di polizia ha ritenuto che andare in libreria non fosse un “giustificato motivo” per uscire dal proprio Comune di residenza, come si legge sul verbale. Ma adesso l’insegnante annuncia ricorso al prefetto e dice di non aver nessuna intenzione di pagare la somma richiesta.
“Io abito a Cadelbosco di Sopra, casa mia è a 400 metri dal Comune di Reggio Emilia – spiega Cordiviola – non ci sono mai state librerie nel mio paese e avevo veramente bisogno di un libro, che poi infatti ho acquistato, per il mio lavoro di insegnante. La cosa che mi ha fatto più rabbia è che non sia stato tenuto minimamente in considerazione il lavoro intellettuale, come se i libri per gli insegnanti non fossero uno strumento indispensabile”.
Il professore di 53 anni ha deciso di fare ricorso e si è affidato per questo al comandante dei vigili del paese di Poviglio, poco lontano, dove ha ricoperto il ruolo di assessore fino a luglio scorso in una giunta di centro sinistra. “L’agente che mi ha multato non ha voluto sentire ragioni, ma io credo sia stato davvero troppo zelante – dice Cordiviola – anche perché io avevo guanti, mascherina e tutto il necessario. Ero da solo a piedi. Adesso farò ricorso presentando anche la ricevuta dell’acquisto fatto in libreria”. Un libro che alla fine gli verrebbe a costare 418 euro, se dovesse perdere il ricorso e fosse costretto a pagare la sanzione.