A settembre il rientro in presenza più per i docenti

Ridurre il tempo delle lezioni ed aumentare il numero di ore settimanali dei docenti anche col ricorso di quelle aggiuntive: sono due delle diverse indicazioni fornite dal professor Patrizio Bianchi, in audizione in commissione Istruzione alla Camera in qualità di coordinatore del Comitato di esperti voluto dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina con il compito di presentare proposte per il rientro in classe a settembre.

L’accademico ha detto che vanno riorganizzate le attività didattiche prevedendo anche di svolgerle negli spazi esterni alla scuola come parchi, strutture sportive o spazi culturali; ridurre il numero di alunni per classe; stringere alleanze con le comunità culturali e quelle educative di ogni città con il supporto dei sindaci.

L’esperto ha anche detto che bisogna prevedere la rimodulazione del tempo delle lezioni – intendendo l’orario annuale e anche la durata delle lezioni – in modo da offrire “le attività in presenza per il maggior numero di allievi ed un ricorso selezionato e consapevole a modalità blended”. Anche se limitata, quindi, la didattica a distanza non dovrebbe finire qui.

La ridefinizione della classe in base agli spazi disponibili e al distanziamento previsto dovrà essere anche una spinta verso l’innovazione della didattica, prevedendo anche, ha detto ancora Bianchi, un maggiore impegno didattico dei docenti anche col ricorso alle ore aggiuntive.

Il professor Bianchi ha quindi parlato di attivazione di gruppi di auto-aiuto tra studenti con individuazione di tutor fra pari; riprogettazione dei percorsi per le competenze trasversali; rivisitazione dei nuclei essenziali delle discipline.

Nelle linee di indirizzo tracciate dai 18 esperti, dunque, vi sarebbe anche la possibilità di ridurre le ore di lezione: fino a 40 minuti, se il Collegio dei docenti lo ritiene opportuno. E su questo punto potrebbe esservi la risposta al problema dei docenti che mancano o quello dei costi da sostenere per pagare le ore aggiuntive citate dallo stesso professor Bianchi: ridurre l’unità oraria di lezioni comporterebbe, infatti, l’aumento di unità orarie (appunto ridotte anche di 20 minuti) da parte dei docenti.

In questo modo, se ogni ora il docente dovrà “rendere” alla scuola 20 minuti a lezione, ne consegue che ogni settimana l’insegnante della secondaria potrebbe arrivare a svolgere 24 unità orarie (anziché le canoniche 18). Per analogia, alla primaria i maestri potrebbero svolgere quasi 30 ore settimanali.

Segue su – Tecnicadellascuola.it

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