Didattica a distanza e privacy, a settembre ritorno a normalità ?

La didattica a distanza ha cambiato radicalmente le relazioni tra scuola e famiglia, in un ambiente di apprendimento radicalmente mutato, sia perché la scuola è entrata in casa sia per l’utilizzo degli strumenti tecnologici.

Se nella didattica in presenza il contesto scolastico, separato fisicamente da quello familiare, si è connotato per l’assenza di molte ore dell’alunno da casa, nella DAD la lontananza fisica ha implicato la presenza simultanea della scuola e della famiglia in un ambiente di apprendimento virtuale.

L’impossibilità di attuare forme di didattica che possiamo definire tradizionali ha chiamato tutte le componenti della comunità scolastica, docenti, genitori e alunni, ad una riprogettazione delle forme e delle modalità di apprendimento, in primis multimediali, al fine di garantire il diritto all’istruzione degli alunni e la continuità del processo educativo/formativo.

Sul punto la Costituzione colloca sia il principio enunciato dall’art. 30, primo comma, (…E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli…) sia il principio enunciato dall’art. 33, secondo comma, (La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi).

“I rapporti tra scuola e famiglia sono la prima cerniera che connette il mondo degli affetti familiari con quello delle relazioni e delle istituzioni sociali, ossia il mondo privato con quello del pubblico…”, così nel documento MIUR del 4/3/2009, prot. 2079.

In piena emergenza sanitaria, con la nota 368 del 13/03/2020 il Capo Dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del Ministero dell’Istruzione, indirizzata agli Uffici Scolastici Regionali, ai Dirigenti Scolastici e ai Docenti, ha sottolineato – in ragione della sospensione delle attività didattiche in presenza – la necessità di incentivare e aumentare il ricorso alla didattica a distanza, al fine di tutelare il diritto all’istruzione, costituzionalmente garantito.

La nota invitava a riflettere sulla circostanza che le richieste delle famiglie, in quel momento, andavano oltre il tema dei compiti e delle lezioni a distanza, esprimevano l’esigenza di ascoltare le voci e le rassicurazioni del mondo della scuola, di poterle incrociare anche con gli sguardi rassicuranti degli insegnanti, e per poter confidare paure e preoccupazioni senza vergognarsi di chiedere aiuto.

L’ambiente di apprendimento della DAD ha dunque mostrato confini ampi, che vanno oltre la semplice aula, e hanno visto come attori coprotagonisti i genitori, chiamati ad aiutare i figli in numerose azioni quali la consultazione del registro elettronico, il reperimento del materiale, il caricamento dei compiti svolti a casa, coinvolgimento tanto più ampio quanto più l’età dei discenti era bassa.

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