Illustri pedagogisti che hanno dimostrato come spesso l’innovazione scolastica passi anche attraverso i bisogni speciali di singoli studenti, l’impegno che ciascun insegnante elabora e mette in atto nei confronti degli alunni con bisogni educativi speciali (BES) è un impegno in favore di tutti gli studenti della classe in cui opera.
Anche per questo siamo fermamente convinti che l’innovazione didattica legata alla personalizzazione degli apprendimenti, all’uso costruttivo delle tecnologie per la didattica, all’uso dell’informatica come mezzo potenziativo delle proprie intelligenze, al rispetto dei tempi di crescita degli studenti, si stia finalmente imponendo oggi prepotentemente anche grazie ai nostri bambini e ragazzi con DSA. Con queste parole Ugo Rossi, conclude la prefazione del volume curato da Iprase, dal titolo “Tecnologie digitali e DSA”, volume curato da Gianluca Schiavo, Nadia Mana, Ornella Mich e Maria Arici. In questo nostro intervento odierno ci soffermeremo sull’importanza della sintesi per come è stata analizzata e affrontata da Iprase.
La sintesi
Dopo un percorso funzionale e consapevole, scrivono Gianluca Schiavo, Nadia Mana, Ornella Mich e Maria Arici arriviamo, ad un altro passaggio chiave, ovvero a quello dedicato alla sintesi delle informazioni.
Questa attività risulta praticamente indispensabile allo studente in quanto:
• gli permette di concentrare la memoria su una selezione di informazioni (poiché è praticamente impossibile, oltre che poco utile, ricordarsi tutto il contenuto);
• gli permette di costruire nella sua memoria degli schemi logici personali e quindi più funzionali (apprendimento significativo).
Le mappe concettuali
Lo strumento principale che adoperiamo per la sintesi del di ciò che si è studiato sono le mappe concettuali. Tale strumento è agevolmente adoperabile perfino avendo carta e matita: però, sostiene Iprase, che “l’uso di un software specifico permetta allo studente una maggiore flessibilità, una migliore resa della mappa, una personalizzazione maggiore, una riduzione dei tempi esecutivi e una migliore archiviazione dei lavori svolti. Le mappe concettuali risultano quindi strumenti preziosi per:
• utilizzare delle sintesi con poco testo;
• associare immagini e fotografie ai contenuti (quindi utilizzare strategie associative e stimolare la memoria visiva); • utilizzare differenti forme (nei nodi) per distinguere le informazioni (livelli di informazioni);
• utilizzare il colore come strategia associativa e stimolare la memoria visiva;
• collegare tra loro le informazioni con delle linee di collegamento logico (frecce) ed avere tutto il contenuto su di un unico foglio (rappresentazione visiva delle informazioni e utilizzo della memoria viso-spaziale);
• realizzare degli approfondimenti ai contenuti attraverso l’uso di collegamenti multimediali e ipertestuali”.
Tale mappa concettuale viene concretizzata partendo proprio dalle classi di lettura. Ovverossia le indicazioni chiave, quelle che introduciamo nelle annodature della mappa, sono inevitabilmente congiunte ad una classe.
Le linee guida per realizzare la mappa concettuale
È difficoltoso assicurare delle regole per la realizzazione di una seria mappa concettuale.
Sarebbe, infatti, più opportuno – sostengono in “Tecnologie digitali e dsa” Gianluca Schiavo, Nadia Mana, Ornella Mich e Maria Arici – “parlare di linee guida:
• la mappa deve essere realizzata dal singolo studente perché è il processo di costruzione delle mappe che insiste sull’analisi e la riflessione del contenuto trattato;
• nei nodi della mappa devono esserci singole parole chiave (poco testo) e comunque sempre un solo concetto: 1 concetto = 1 nodo;
• è indispensabile, per alcuni studenti necessario, sfruttare le strategie associative (soprattutto in riferimento a colori, forme e immagini per far leva sull’intelligenza grafico-visiva);
• è importante scrivere le “parole connettore” ovvero esplicitare il significato delle frecce che collegano tra loro i nodi (al fine di una rilettura più agevole della mappa);
• è indispensabile lavorare sulla forma grafica della mappa, ovvero sulla disposizione dei nodi nel foglio, in modo tale che la mappa riporti anche graficamente la sequenzialità delle informazioni del testo e la sua lettura sia agevole e facile da seguire (ricordiamo che anche nella lettura di una mappa usiamo leggere i nodi da sinistra a destra)”.
L’approccio didattico
La proposta didattica che si può adoperare con gli alunni per operare con le mappe concettuali è molto multicolore. Bisognerebbe adoperare la concentrazione e le risorse intellettive dello scolaro su un processo per volta. Dunque, in primis, l’alunno sottolineerà “nel testo (con un evidenziatore analogico o digitale) le parole chiave collegate alle categorie di lettura a sua disposizione e solo in un secondo momento prenderà le informazioni evidenziate e le inserirà (una alla volta attraverso la strategia del copia-incolla) nella sua mappa. Un’attività didattica più complessa ma interessante dal punto di vista dell’apprendimento sarà quella di far collocare allo studente tutte le parole chiave sotto la rispettiva categoria di lettura. A compito finito avrà una lista di parole sotto ogni categoria e dovrà quindi riflettere su come collegare queste parole chiave tra loro per ridare senso al contenuto (considerando un testo di storia lo studente rifletterà facilmente sul fatto che date, personaggi e luoghi non dicono di per sé molto se non sono collegati ad un avvenimento; per questo autonomamente dedurrà che la storia è studiata partendo, per lo più, dai fatti storici che hanno cause e conseguenze ma che sono contestualizzati in un periodo e in un luogo)” come si legge nel volume durato da Iprase.
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