In generale, il co-teaching c’è quando esiste uno sforzo congiunto da parte di due o più docenti per migliorare e rendere più efficace la pratica educativa nel contesto della classe.
Secondo le due studiose Cook & Friend, esso è infatti “l’azione di due o più professionisti impegnati nell’istruzione di un gruppo eterogeneo o misto di studenti, in un unico spazio”.
Questa definizione prevede 3 conditio sine qua non esisterebbe la co-docenza, ovvero:
– la presenza di due educatori,
– l’insegnamento di concetti significativi,
– la presenza di gruppi di studenti con bisogni educativi distinti,
– un insieme di impostazioni comuni nella pratica didattica.
Secondo le succitate studiose, il co-teaching nasce come metodologia didattica mirata all’inclusione, poiché grazie ad essa gli alunni si confronterebbero con la diversità didattico-metodologica di diversi docenti in uno stesso contesto.
Questo li aiuterebbe dunque ad “allenarli” verso l’accettazione dell’altro, ampliando inoltre i loro orizzonti di esperienze relazionali: la co-docenza svilupperebbe dunque negli studenti una crescita cognitiva e sociale.
Le 4 aree
In virtù della sua natura inclusiva, secondo Cook & Friend il co-teaching si attuerebbe in 4 grandi occasioni:
1- per insegnare ad un gruppo di discenti dalle esigenze disomogenee, compresi quelli con disabilità, BES o DSA;
2- per insegnare ad un gruppo di studenti stranieri;
3- per insegnare a un gruppo di alunni particolarmente dotati o talentuosi;
4- per ravvivare l’esperienza didattica della classe intera, con un approccio alternativo e sperimentale che permetta maggiore interazione con il/i docente/i.
Tipologia di co-teaching :
1- One teach, one observe: mentre un docente spiega, l’altro prende nota sia del comportamento degli studenti che di eventuali criticità della didattica, in modo da confrontarsi alla fine della lezione per programmare interventi di migliorie per le prossime volte.
2- One teach, one assist: uno insegna e l’altro assiste, ovvero gira per i banchi per fornire il suo supporto e assistenza individuale agli allievi. È il caso tipico dell’insegnante di sostegno con il collega curricolare: è importante, tuttavia, evitare che il primo venga intrappolato nel ruolo di mero aiutante, di fronte agli occhi degli alunni ma anche del collega.
3- Station teaching:per svolgere il loro ruolo di guida, i docenti si comportano come dei “treni che si muovono tra le stazioni” – dove le stazioni sono rappresentate da gruppi di banchi, disposti in classe a mo’ di “isole”. In ogni manciata di banchi c’è un gruppo di studenti a cui è stato affidato un lavoro cooperativo.
4- Parallel teaching: l’insegnamento parallelo prevede che i due insegnanti spieghino la stessa lezione in parallelo a due gruppi di studenti. La classe viene quindi divisa in due, con due cattedre e due direzioni opposte. È un metodo che, restringendo il numero dei partecipanti alla lezione, permette agli alunni di partecipare più attivamente.
5- Alternative teaching: anche qui, come nell’insegnamento parallelo, i vari insegnanti lavorano con diversi gruppi, ma con la differenza che mentre il gruppo più numeroso lavorerà con un docente, quello più ristretto perfezionerà le proprie abilità di base o recupererà delle lezioni perse in precedenza, per rimettersi al passo del gruppo più numeroso.
6- Team Teaching: infine, il team-teaching o teaming prevede che I docenti lavorino in squadra, appunto, magari spiegando la lezione congiuntamente (es. uno una serie di slide, l’altro le restanti), o innescando un dibattito in classe che parta proprio da loro e coinvolga poi anche gli studenti.
Tratto da OrizzonteScuola.it