Negli ultimi giorni si è scatenato un vero e proprio braccio di ferro fra Regioni e Tribunali amministrativi: laddove i Governatori hanno deciso di adottare misure per prolungare la didattica a distanza alle scuole superiori, in alcuni casi, in seguito ai ricorsi presentati da comitati o associazioni, il Tar ha poi deciso di sospendere puntualmente il provvedimento regionale.
Nel frattempo, il Governo nazionale con il nuovo Dpcm riporta (quasi) tutti in classe, dove per la zona arancione e gialla è previsto il ritorno in presenza almeno al 50% e fino al 75%. Nelle zone rosse, invece, didattica a distanza dalle seconda media in su.
Nelle ultime ore la Liguria ha deciso di prolungare di una settimana la didattica a distanza per le scuole secondarie di secondo grado.
“Il nostro Rt è pari a 1,15 quindi, in base alle nuove regole del Dpcm, la nostra regione come molte altre in Italia, si colloca in questa fascia. È bene sottolineare però che i dati si riferiscono a due settimane fa e quelli attuali sono già in miglioramento. Abbiamo deciso, consultandoci con la nostra task force sanitaria, di andare avanti con la didattica a distanza per le scuole superiori ancora per una settimana, proprio per mantenere questi parametri in calo”, ha detto il presidente della Regione Giovanni Toti.
La domanda che si stanno ponendo in molti è: verrà presentato ricorso al Tar che annullerà l’ordinanza?
“Non so cosa farà il Tar della Liguria. Se le norme nazionali fossero scritte in modo più chiaro e netto e un po’ meno politicizzato, forse sarebbero più coerenti e darebbero meno da lavorare ai tribunali amministrativi“, ha detto successivamente il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, durante il punto stampa sull’emergenza Covid, in merito alla possibilità che l’ordinanza che proroga la chiusura delle scuole superiori venga impugnata al Tar.
“In Liguria con il nostro Cts regionale abbiamo sempre tenuto un saldo aggancio alla realtà– ha detto Toti – Nessuno ha piacere a chiudere nulla, scuole, bar, ristoranti, teatri, ma non si possono fare distinzioni sulla base politica delle attività da chiudere, si deve fare sulla base di scelte epidemiologiche“.
La domanda è lecita dopo gli avvenimenti degli ultimi giorni che ha visto, come accennato in precedenza, alcune ordinanze regionali impugnate dal Tar e sospese.
Anche Michele Emiliano, Governatore della Puglia, ha annunciato un’ordinanza nelle prossime ore che prolunga la didattica a distanza, per le scuole superiori, per un’altra settimana
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“Verrà prorogata l’attuale didattica digitale integrata al 100% nelle scuole secondarie di secondo grado per almeno un’altra settimana, in modo da contenere ulteriormente la curva dei contagi. Per le scuole primarie e secondarie di primo grado si manterrà come sempre un sistema che consenta alle famiglie che non desiderano la didattica in presenza di ottenere la didattica digitale integrata senza essere obbligati alla presenza“, ha spiegato il presidente della Regione Puglia. Il Governatore dovrà forse aspettarsi un ricorso?
Ad aprire le danze la Regione Lombardia: l‘Ordinanza lombarda dell’8 gennaio aveva disposto la Dad al 100% per tutte le scuole secondarie fino al 25 gennaio. Il comitato ‘A scuola!’ ha presentato ricorso subito dopo ed è stato accolto: “In sostanza – si legge sul testo della sentenza -, il pericolo che l’ordinanza vuole fronteggiare non è legato alla didattica in presenza in sé e per sé considerata, ma al rischio di assembramenti correlati agli spostamenti degli studenti; emerge così l’irragionevolezza della misura disposta, che, a fronte di un rischio solo ipotetico di formazione di assembramenti, anziché intervenire su siffatto ipotizzato fenomeno, vieta radicalmente la didattica in presenza per le scuole di secondo grado, didattica che l’ordinanza neppure indica come causa in sé di un possibile contagio“.
Stessa sorte è toccata alla regione Emilia Romagna: A ricorrere contro l’ordinanza del presidente Bonaccini dell’8 gennaio sono 21 genitori, che rinviava al 25 gennaio la riapertura in presenza delle scuole secondarie di secondo grado. I giudici amministrativi fanno riferimento a norme – decreti e ordinanza – del governo e del ministero alla Salute che indicavano l’apertura delle superiori “almeno al 50%” sino al 15 gennaio. La Regione interviene, secondo il Tar, con propri provvedimenti che dispongono misure più restrittive, ovvero la Dad al 100%, rispetto a quelle “introdotte dalla normativa di rango primario a livello nazionale, senza che quest’ultima preveda espressamente deroghe”.
Bonaccini, Governatore della Regione, la prende bene e spiega: “Le sentenze si rispettano, siamo abituati così, pertanto lunedì siamo pronti a partire- ha affermato Bonaccini-. Non ci sono problemi a farlo in così poco tempo, a dimostrazione che la nostra decisione era motivata dall’andamento epidemiologico e non da difficoltà organizzative, che non esistono nemmeno ora”.
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Nelle ultime ore anche l’ordinanza del Governatore Massimiliano Fedriga che aveva disposto la DaD alle superiori fino al 31 gennaio, è stata bocciata dal Tribunale amministrativo che ha accolto il ricorso di un gruppo di genitori.
Nel testo si prevde la sospensione dell’efficacia dell’ordinanza del 4 gennaio, che imponeva la didattica a distanza per tutti gli studenti.
“Considerato che il ricorso parte dal presupposto che siano emerse enormi problematiche legate all’effettiva efficacia della didattica a distanza sull’apprendimento scolastico dei ragazzi e ciò in quanto, anche a prescindere dalle asserite difficoltà tecniche, che hanno acuito il divario tra coloro che possono e non possono accedere a determinate tecnologie, sarebbe stato accertato un evidente ritardo nel completamento dei programmi scolastici, nonché nelle modalità e termini di svolgimento di interrogazioni e verifiche“, dice il Tar.
Fonte Orizzonte Scuola.it